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D) L'ISOLOTTO E ALTRE IPOTESI
La forma dell'isola nel corso dei secoli subì notevoli variazioni come visibile da alcune piante di Roma.fig.D1 - Pianta di Chiesa-Gambarini (1744) In particolare, come rappresentato nelle piante di Chiesa-Gambarini (1744) (fig.D1)  e del Nolli (1748) (fig.D2), una isola più piccola, o isolotto, era compresa fra l'isola Tiberina e la zona sabbiosa, da questofig.D2 - Pianta del Nolli (1748) detta Arenula (o La Regola). Riguardo alla sua costituzione si narra che esso consistesse di un gran masso formato da frammenti di lava basaltica fortemente cementati. Ciò ha portato a ritenere che l'isolotto fosse "... il residuo dell'argine fabbricato da Tarquinio Prisco, rassodato da Augusto e di bel nuovo racconciato da Aureliano a fine di reprimere l'urto del Tevere ...".
L'isolotto si rinsaldò alla riva sinistra sabbiosa durante la piena del 1788 (nella zona detta appunto Arenula o La Regola). Scrive il Brocchi [7]:
«Nel 1788 gonfiato il Tevere ... le acque del fiume si avviarono precipitosamente alla foce. Nell'impeto del loro corso trassero giù dalla scoscesa ripa del monte de' Cenci gran copia di arena e rimase così intieramente ostruito un canale che da parecchi anni innanzi era già mezzo interrito, per la qual cosa si unì al continente quell'isola che consisteva di un gran masso composto di rottami di lava basaltina agglutinati da un forte cemento. Opina il Gabrini che fosse il residuo dell'argine fabbricato da Tarquinio Prisco, rassodato da Augusto e di bel nuovo racconciato da Aureliano a fine di reprimere l'urto del Tevere... in quel sito havvi una spianata detta l'Arenula o la Regola ove sono gran cumuli di macerie... ».

Merita di essere infine citata la suggestiva teoria del Pinza [8] secondo cui le ricche acque della fig.D3 - Il percorso delle acque della Marrana Marrana, alimentata dal ramo centrale dell’emissario del lago di Castello (attuale lago Albano), avrebbero scavato tra Palatino e Celio e tra Campidoglio e Quirinale formando l’anfiteatro di erosione del Foro (v. fig.D3 [9]), sfociando quindi nel Tevere con un delta che avrebbe creato il Campo Marzio spingendo il Tevere stesso fin sotto il Gianicolo. Con la diminuzione della acque della Marrana la gola tra Palatino ed Esquilino si sarebbe ostruita e i detriti avrebbero formato la Velia, mentre le acque della Marrana furono così costrette a scavarsi l’alveo nella Valle Murcia (attuale Circo Massimo) sfociando nel Tevere dopo averlo costeggiato parallelamente (v. fig.D4 [10]).  All’ulteriore diminuzione delle acque provenienti dalla Valle Murcia il Tevere avrebbe invaso la confluenza creando così l’isola.fig.D4 - Ipotesi del Pinza sull'origine dell'isola
"… e da allora le diminuite acque della Marrana furono costrette ad approfondirsi l'alveo di Valle Murcia e a sboccare nel Tevere nella stranissima condizione che tutt'ora si osserva, la confluenza del fiume avvenendo rispetto a questa con un angolo di circa 180°. Le due correnti in siffatte condizioni si schivarono per quanto fu possibile e tra l'una e l'altra si depose una lingua di terra; poi diminuendo sempre più la importanza idrica di Valle Marrana-Murcia, il Tevere ne invase l'antica confluenza e la penisola che costituiva il setto finale tra i due corsi d'acqua divenne l'isola Tiberina. Il terreno romano appare quindi costituito dai depositi di sfocio nel Tevere dell'emissario del lago di Castello".