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B) LA STORIA
Tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500 avvenne la trasformazione degli ospedali da ospizi, semplici ricoveri, a luoghi di cura, dove si cercava di guarire il malato e
fig.B1 - L.Bufalini - Pianta del 1551 restituirlo alla vita normale; comparvero figure quali i “phisici”, cioè i medici che si occupavano di stabilire le cause e i rimedi della malattia, e i “chirurgi” che operavano fisicamente sui malati. In questa evoluzione ospedaliera si inserì e si espanse il Fatebenefratelli.
L’ospedale si ingrandì gradatamente acquistando e affittando alcune casette circostanti abitate da conciatori e pescatori. Allo scopo di acquisire spazio la stessa chiesa di S.Giovanni Calibita fu ridotta da tre navate, ancora visibili nella pianta del Bufalini del 1551 (fig.B1), all'attuale unica navata: in particolare la navata sinistra divenne il corridoio di accesso al complesso.
 Nel 1656, durante la gravissima pestilenza che colpì Roma, si stabilì di riservare l’ospedale agli ammalati di peste sfruttando il naturale fig.B2 - L'isola 'Lazzaretto Brutto' nelle incisioni di G.DeRossi e J.F.Greuter - 1657 isolamento garantito dall’isola stessa: il 18 giugno l’intera isola fu sgomberata e adibita a lazzaretto per gli appestati (fig.B2). I Fatebenefratelli non addetti ad assistere i malati si trasferirono a S.Maria della Sanità, al Viminale, e i Francescani di S.Bartolomeo al convento dell’Aracoeli; gli altri abitanti fig.B3 - L'isola con i ponti sbarrati da doppi cancelli in una stampa del 1660 dell'isola furono sfrattati e compensati con un modesto risarcimento. Sui due ponti di accesso all'isola furono installati doppi cancelli, come visibile nella pianta in fig.B3 derivata dal Codice Chigi. L’ospedale fu destinato al ricovero degli uomini e la torre dei Caetani e le case vicine alle donne. Il 18 ottobre un'ordinanza decretava la fine dell’emergenza e consentiva ai proprietari di rientrare nelle proprie abitazioni sull’isola.
In fig.B4 è la situazione dell'ospedale come appariva nel 1676fig.B4 - G.B.Falda - Pianta del 1676 nella fig.B5 - G.B.Nolli - Pianta del 1748 pianta di Roma del Falda.
 Nel 1700 l’ospedale fu ristrutturato dal Carapecchia: in tale occasione fu completata la risistemazione della Sala Assunta, prima moderna corsia ospedaliera con 50 posti letto (v. sez.C); nella pianta del Nolli del 1748 in fig.B5 è visibile la chiesa di S.Giovanni Calibita con il n.1093 e la corsia ospedaliera con il n.1094. Con visione pionieristica e infrequente per l'epoca fu istituito il principio che ogni malato disponesse di un proprio letto e fu effettuata la divisione in reparti distinguendo tra le diverse patologie.
Nel Brogliardofig.B6 - Brogliardo del Catasto Urbano di Roma - 1824-1871 del Catasto Urbano di Roma (fig.B6) (il Catasto fu attivato nel 1824 ed aggiornato fino al 1871) è riportato al progressivo 35 del Rione Ripa l'ospedale come proprietà dei Padri Benfratelli, identificato con i numeri civici 38 dell'Isola di S.Bartolomeo (3 piani) e 60 della Via delle Mole (3 piani nella parte est, senza numero civico, e 2 piani al n.60). Agli stessi Padri, al progressivo 35 ½, è attribuita la proprietà della chiesa di S.Giovanni Calibita con la "Porteria", l'ingresso principale al complesso, al numero civico 39 dell'Isola.
Nel 1865, grazie al lascito di Francesco Amici deceduto nel 1858, fu realizzata dall'architetto Azzurri una moderna corsia riservata agli uominifig.B7 - La Sala Amici agli inizi del '900 (fig.B7). L'area dove era situata la Sala Amici è attualmente occupata dalla degenza del 2° piano fronte Trastevere.
Nel 1873, tre anni dopo l’annessione di Roma al Regno d’Italia, venne estesa alla città di Roma la legislazione eversiva che che prevedeva la confisca dei beni immobili degli enti ecclesiastici in base alla quale, nel 1878, l’ospedale e la farmacia dovettero essere consegnati al Municipio di Roma. Nel 1887 la farmacia fu affittata all’associazione civile dei Fatebenefratelli e finalmente nel 1892, grazie anche alle amicizie di cui godeva fra Orsenigo, il dentista dell'ospedale celebre in tutta Roma, i Fatebenefratelli riuscirono a riscattare definitivamente farmacia ed ospedale versando un’ingente somma di denaro.
 Nel 1930 i Fatebenefratelli, con un contributo economico del Vaticano, acquistarono tutti i fabbricati sull’estremità ovest dell’isola che, tra molte polemiche, furono demoliti insieme ai locali annessi all’ospedale; nel 1934 fu completata la ricostruzione dell’ospedale sul progetto di Cesare Bazzani che mantenne però la facciata verso la piazza S.Bartolomeo.
Nel 1972 l’ospedale assunse ufficialmente il nome di S.Giovanni Calibita Fatebenefratelli, dal nome della chiesa che ne costituì il nucleo originario ed è tuttora inglobata, e fu classificato come Ospedale Generale di Zona. Perfettamente adeguato ai tempi, oggi l’ospedale dispone di 420 posti letto e nuovi ed attrezzati reparti. La Sala Assunta, oggi trasformata in Aula Magna, ospita importanti convegni e congressi internazionali.
L’ospedale è sempre stato presente nelle vicende di Roma: è stato il  punto principale di ricovero in occasione degli scontri del 1849 durante la sfortunata Repubblica Romana, nel 1870 alla presa di Roma da parte dei Piemontesi e durante l’occupazione nazista nel 1944 quando anche molti ebrei vi furono ricoverati e nascosti. Da ultimo nel 1982 vi furono assistiti i feriti dell’attentato alla vicinissima Sinagoga.