D) IL DISEGNO DI G.A. DOSIO
Di fondamentale importanza è il disegno dell'architetto Giovanni Antonio Dosio che mostra nella parte inferiore il pilone e gli archi crollati e la dicitura "Vestigie del Ponte S.Maria Ruinato p. la inondatione del Tevere l'anno 1557" (fig.4) e nella parte superiore, il ponte alla fine del completo restauro del 1575 in cui è visibile il nuovo pilone con il basamento rinforzato da frangiflutti a gradoni e i due nuovi archi con le insegne del papa Gregorio XIII (i draghi della famiglia Boncompagni) nelle lunette degli archi e alla sommità degli archi stessi.
Il disegno del Dosio costituisce la principale dimostrazione del fatto che la parte del ponte più volte crollata e ricostruita fu quella lato Trastevere e non quella verso la sponda sinistra come comunemente ritenuto da molti autori, indotti in errore anche dall'iconografia, quella comunemente nota ed immortalata in tutte le immagini e fotografie del Ponte Rotto, che ci mostra il ponte privo delle arcate sul lato orientale.
Il restauro, che fu quindi definitivo in quanto quella parte del ponte arriverà intatta fino ai nostri giorni attraverso oltre trecento anni fino alla costruzione dei muraglioni, fu celebrato con due lapidi collocate una di fronte all'altra sulle spallette interne all'altezza del secondo arco dalla riva destra; quella lato valle rimase in situ fino alla demolizione delle due arcate lato Trastevere a fine '800 (fig.5). Questo il testo dell'epigrafe:
[Per volere di papa Gregorio XIII il Comune di Roma nell'anno giubilare 1575 restituì alla primitiva robustezza e bellezza il Ponte Senatorio i cui fornici, caduti per l'antichità e già in precedenza restaurati, l'impeto del fiume aveva nuovamente abbattuto]
Nel 1596, per volere del precedente papa Sisto V, Giacomo della Porta posò sotto il selciato del ponte la condotta dell'acqua Felice, che portò finalmente l'acqua corrente in Trastevere alimentando, in particolare, la fontana di S. Maria.