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Ponte Rotto
Storia
PONS AEMILIUS (detto anche Ponte S.Maria, Ponte Senatorio, Ponte Rotto).
Nel primi giorni di Roma esisteva una sola linea di comunicazione della città con le città dell'Etruria: la strada che, passando sul ponte Sublicio, tagliava la pianura trasteverina all'altezza di S. Cosimato e saliva ripida sul Gianicolo. Le cose migliorarono verso il VI sec. di Roma (II a.C.), quando furono creati una nuova via, l'attuale Lungaretta, e un nuovo ponte.
L'antico "Pons Aemilius" fu il primo in pietra sul Tevere (il Ponte Sublicio era in legno). Fu eretto in due fasi: nel 181-179 a.C. i censori Marco Emilio Lepido e Marco Fulvio Nobiliore innalzarono i pilastri che sostenevano una passerella in legno, che nel 142 a.C. fu sostituita con quattro arcate in muratura da Publio Scipione Emiliano e Lucio Mummida.
Data l'obliquità del Pons Aemilius rispetto all'asse di corrente, e la pressione sui lati che in questo punto di curva esercita il fiume, il ponte è stato travolto almeno quattro volte.
La prima inondazione avvenne al tempo di Probo, verso il 280 d.C.; la seconda, nel 1230, quando venne di nuovo ricostruito da Gregorio IX. Allo sfortunato intervento di Michelangelo (1548-49) proseguito da Nanni di Baccio Bigio (1551) seguì la terza piena, il 27 settembre del 1557; l'ultima ricostruzione fu ad opera di Matteo da Città di Castello nel 1573-75 sotto Gregorio XIII (sul rudere insegna araldica del drago del Papa); fu quindi utilizzato da Sisto V per il passaggio dell'Acqua Felice in Trastevere; infine la piena del 24 dicembre del 1598 travolse definitivamente l'arcata verso la riva sinistra che non fu più ricostruita.
Nel 1853, sotto Pio IX, fu costruita da una società francese una passerella sospesa in ferro, simile a quella del ponte dei Fiorentini, in sostituzione delle precedenti malsicure travature in legno, per unire le tre arcate superstiti del ponte alla riva sinistra.
In attuazione del progetto Canevari per la sistemazione delle rive del Tevere le due arcate verso la riva destra furono abbattute (1877) per erigere a valle, quasi rasente all'unica arcata superstite, il Ponte Palatino (Angelo Vescovali, 1886-1891).
Nei secoli il ponte cambiò più volte denominazione, assumendo quelle di "Ponte S. Maria", di "Ponte Senatorio" fino a quella attuale di "Ponte Rotto".